Difenditi dal manipolatore
Sono Gianni Carmine, mi occupo di formazione professionale, sono chiamato da aziende, manager, Istituti scolastici e di formazione per migliorare capacità comunicative e negoziali.
In questo articolo per #olisticamoderna vorrei approfondire una particolare dinamica comunicativa che coinvolge trasversalmente ogni persona, e provo a dare una soluzione che ci rafforza e afferma noi stessi.
Due, proprio due parole di teoria : ogni azione o parola che esprimiamo restituisce un inevitabile giudizio, volontario o involontario.
Siamo soggetti al giudizio costante di ogni ogni persona, in ogni momento. l primo (di cinque) assioma della comunicazione cita “non si può non comunicare”, quindi è importante essere coscienti che anche una semplice e, a parer nostro, impercettibile alzata di ciglio ci rappresenta, e va a significare un pensiero.
La capacità di “saltare” da un piano logico a quello razionale e viceversa interpreta abili capacità relazionali e conseguentemente comunicative.
Frequentemente le persone utilizzano “armi espressive” altamente provocatorie, l’interlocutore complesse da gestire ed accettare.
Questi sono definiti manipolatori o barbari.
Ognuno di noi ha nell’anima una serie di corde che reagiscono a determinate parole e azioni della controparte.
- Paura
- Avidità
- Seduzione
- Senso del dovere
- Curiosità
- Amor proprio
Il manipolatore pizzica singolarmente una o più corde.
A quale scopo? E’ fortemente intenzionato a far vibrare e risuonare dentro di noi fino a indurci a compiere un passo per poi approfittare della situazione.
Il barbaro è meno sofisticato, immaginiamo un bastone che percuote tutte le corde assieme, in modo brusco.
Manipolatore e barbaro “attaccano” consciamente concentrandosi su lati fortemente emozionali, certi che ci limiteremo a giustificarci o aggredire la modalità dell’interlocutore.
Non c’è errore peggiore.
Chi si giustifica, non gode mai di “ragione” o consenso.
Chi si difenda da un attacco con un ulteriore attacco, mostra il fianco ed è meno preparato del primo che ha intenzionalmente sferzato la provocazione o pizzicato quella determinata corda.
Saper riportare la comunicazione sul lato razionale annulla ogni attacco e ferma la corda che vibra.
Riportare il focus dell’argomento e sul motivo dell’interazione è particolarmente utile.
Viene commissionato da un’azienda un servizio fotografico ad un fotografo.
-“Le sue fotografie non ci piacciono!” (manipolatore)
*Cosa desidera che cambi?”
-Lei è davvero un fotografo o lo fa per hobby?”
*Mi indichi cosa non è di vostro gradimento”
-“Beh….”
*Aspetto il suo parere!”
-“Cambi lo sfondo, il nostro direttore non sopporta il verde”
*Perfetto quindi è il verde il problema, benissimo, credete migliore l’azzurro?”
-“Sì l’azzurro andrà benissimo!”
Se il fotografo avesse aderito alle provocazioni relative un giudizio professionale, infondato e orientato al lato emotivo, sarebbe certamente caduto nel tranello e sarebbe stato sostituito da un altro fotografo.
Mantenendo salda la concentrazione sulla richiesta di spiegazioni concrete ha ricevuto l’informazione utile e una seconda chance.
Oppure
-“Guarda hai le scarpe sporche!”
*Perché mi fai questa osservazione?”
-Perché ti vedo in disordine e te o dico!”
Ad una provocazione così si potrebbe replicare:” eh sì, è vero, con questa pioggia!”
Dare ragione, essere in accordo con l’altro aiuta a portare repentinamente sull’argomento di comune interesse, sul motivo della relazione contestuale.
Questo è un semplice assaggio di come si può essere efficaci e rimanere lucidi, incassando provocazioni che hanno il solo scopo di portare all’indebolimento.
La gestione delle emozioni risulta fondamentale e risolutivo nella comunicazione tra individui. Comunicare in modo efficace non è una dote è una scelta, ed è in grado di renderci più considerati, affermare noi stessi, portare l’interlocutore ad una scelta equa e ragionevole, anche rispetto alle nostre opinioni.